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OSAS nel bambino

Sindrome delle Apnee Ostruttive Pediatriche (OSAS Pediatrica)

La Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (Obstructive Sleep Apnea Syndrome, OSAS) e’ un disturbo respiratorio caratterizzato da episodi ripetuti di completa (apnea) o parziale (ipopnea) ostruzione delle vie aeree superiori associati a riduzioni fasiche dei valori della saturazione di ossigeno arteriosa, modificazioni della frequenza cardiaca ed aumento dei valori della pressione arteriosa sistemica e polmonare con conseguente frammentazione del sonno.
E’ una delle più frequenti patologie sonno-correlate, ad interesse multi-specialistico, che coinvolge
competenze neurologiche, neuropsichiatriche, pneumologiche, otorinolaringoiatriche, odontoiatriche, maxillo-facciali e nutrizionali.
I disturbi respiratori del sonno (russamento e OSAS), spesso sottovalutati, sono relativamente frequenti anche nei bambini.
La prevalenza in età prescolare e scolare varia ampiamente: dal 3.2% al 12.1% per quanto concerne il russamento abituale e dall’1.1% al 2.9% per quanto concerne l’OSAS.

Cause di OSAS nel bambino

L’OSAS è una patologia multifattoriale, alle cui manifestazioni contribuiscono fattori fisici, anatomici, neurologici, genetici ed ambientali.
Nel bambino i fattori più importanti sono:
-ipertrofia adenotonsillare (aumento del volume di adenoidi e tonsille)
-obesità
-malformazioni del palato
-malocclusione dentale
L’ipertrofia adenotonsillare, che è la causa più frequente di OSAS in età infantile, se associata a rinite cronica su base allergica, i pazienti presentano un rischio due volte maggiore di avere OSAS moderata o severa se paragonati ai soggetti senza rischio allergico.
Negli ultimi anni è stato sottolineato come l’infiammazione immuno-allergica rivesta una grande importanza nel bambino con disturbi respiratori nel sonno.

Complicanze

I Disturbi Respiratori nel Sonno ed in particolare l’OSAS se non trattati possono condurre a serie complicanze anche nel bambino.
L’OSAS nei bambini è stata associata ad un più alto rischio di malattie cardiache che includono aumento della pressione polmonare, aumento della pressione arteriosa, aumento del volume del ventricolo sinistro, aterosclerosi, patologie coronariche.
Studi recenti hanno inoltre rilevato la presenza anche di sequele cognitive dell’OSAS. I bambini affetti da disturbi respiratori del sonno mostrano infatti alterazioni cognitive e comportamentali, in particolare nell’ambito della memoria, dell’intelligenza (intesa anche come capacità di apprendimento e come rendimento scolastico) e dell’attenzione.
Nonostante l’eccessiva sonnolenza diurna non sia molto comune nei bambini con OSAS essa può comunque essere presente tra i sintomi di tale patologia soprattutto nei bambini obesi.
Sono state inoltre descritte in bambini con OSAS alterazioni dell’umore fino alla depressione ed una peggiore qualità di vita.
L’OSAS è stata inoltre associata ad un maggior rischio di sindrome metabolica (obesità, aumento dei valori di insulina, aumento del colesterolo e trigliceridi nel sangue, ipertensione, aumentato rischio di malattie cardiovascolari).

Sintomi più comuni di OSAS
Sintomi notturni
– russamento
– movimenti degli arti durante il sonno
– posizioni insolite durante il sonno
– sudorazione notturna eccessiva
– incubi
– bruxismo (digrignamento dei denti)
– enuresi (pipì a letto dopo i 5 anni)

Sintomi diurni
-difficoltà nello svegliarsi al mattino
– cefalea mattutina
– alitosi
– scialorrea (ipersalivazione)
– respirazione con la bocca aperta
– rinolalia (voce nasale)
– infezioni ricorrenti delle vie aeree
– iperattività, aggressività
– difficoltà di concentrazione
– bambino pigro
– sonnolenza
– scarso rendimento scolastico

Diagnosi
Fare questa diagnosi nel bambino è più difficile che nell’adulto.
Per facilitare l’individuazione di un disturbo del sonno, comprese le OSAS, abbiamo adottato un questionario standardizzato dedicato ai bambini da 3 a 12 anni.

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI DISTURBI DEL SONNO

Dopo averlo compilato e inviato, riceverete una valutazione da noi effettuata.

Gli obiettivi della diagnosi di OSAS sono:
– differenziare il russamento primario dall’OSAS
– identificare il grado di severità dell’OSAS
– riconoscere i pazienti ad alto rischio per l’intervento di asportazione di tonsille ed adenoidi in modo tale che le dovute precauzioni siano prese prima dell’intervento.

E’ necessario quindi:
– raccogliere una storia clinica molto dettagliata:
-effettuare esami strumentali:
– pulsossimetria: registrazione della percentuale di ossigeno nel sangue durante la notte. Questo test è molto affidabile quando è positivo. Tuttavia, pazienti con un esame pulsossimetrico negativo o non conclusivo richiedono una valutazione polisonnografica.
– monitoraggio cardiorespiratorio: permette la valutazione di tutti gli eventi respiratori nel sonno ma non permette di individuare gli eventi neurologici o gli stadi di sonno. Se associata alla rilevazione di end-tidal CO2 e video registrazione risulta essere una metodica diagnostica più accurata.
-polisonnografia abbreviata (Nap): esame da utilizzare solo come screening in quanto tende a sottostimare la gravità della sindrome.
– polisonnografia: registrazione notturna in contemporanea e in continuo di elettroencefalogramma, elettrocardiogramma, movimenti respiratori toracici e addominali, flusso oronasale, percentuale di ossigenazione del sangue. E’ considerata l’esame principale (gold standard) in quanto soddisfa tutti gli obiettivi di diagnosi di OSAS.

Terapia

La terapia dell’OSAS nel bambino così come nell’adulto prevede un approccio multifattoriale. I principali strumenti terapeutici oggi a disposizione sono rappresentati da : terapia medica, terapia chirurgica (adenotonsillectomia), terapia ortodontica, terapia logopedica miofunzionale e terapia ventilatoria.
Terapia medica: è finalizzata al mantenimento di una buona pervietà nasale attraverso l’uso di corticosteroidi e di soluzioni per il lavaggio nasale. Nei casi di rinite su base allergica andrà poi introdotta anche terapia specifica per il controllo di tale sintomatologia.
Terapia chirurgica: l’adenotonsillectomia è l’approccio di prima scelta in pazienti affetti da OSAS associata a ipertrofia adenotonsillare. Gli interventi di chirurgia maggiore come le distrazioni ossee sono invece riservate a pazienti che presentano malformazioni cranio facciali.
Terapia ortodontica: si basa sull’utilizzo di distrattori palatali che hanno la capacità di aumentare lo spazio aereo oronasale e modificare pertanto la storia clinica della malattia.

Terapia miofunzionale: è consigliata come terapia di supporto in casi di OSAS residua dopo intervento chirurgico o ortodontico.
Terapia con dispositivi a pressione positiva: è una terapia dedicata ai pazienti non candidabili a terapia medica o chirurgica o in cui tali terapie hanno fallito. Lo scopo di tale terapia è il mantenimento della pervietà delle alte vie aeree attraverso l’applicazione di pressione positiva a carico delle alte vie aeree.